Second International Conference on Sustainable Religious Tourism - Commandments, Obstacles & Challenges. Lecce, Tricase, 26-28 ottobre 2012
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Second International Conference on
Sustainable Religious Tourism – Commandments, Obstacles & Challenges. Lecce, Tricase, 26-28 ottobre
2012
Sulla scorta del successo raccolto con il primo Congresso Internazionale sul Turismo
religioso (Tourism, Religious & Culture: Regional Development through Meaningful Tourism Experiences. Lecce,
Poggiardo, 27-29 Ottobre 2009), l’insegnamento di Geografia Economico Politica del Dipartimento di Beni
Culturali dell’Ateneo salentino ha organizzato un secondo evento internazionale dal titolo: Sustainable
Religious Tourism – Commandments, Obstacles & Challenges, che si giova ancora una volta della
collaborazione dell’Università di Haifa, di Ludwig Maximilians Università di Monaco, Alma Mater
Università di Bologna, ATLAS alle quali si aggiungono l’Università di Waikato, Nuova Zelanda,
l’Associazione Via Francigena Pugliese e l’Accademia delle Belle Arti di Lecce.
Il
Congresso si svolge a Lecce, splendida città barocca (e non solo) e già sede della passata manifestazione,
e a Tricase, graziosa cittadina sita tra le candide pietre e i secolari ulivi del Salento delle Serre e terra di antico
transito verso l’Oriente: di popoli e merci, ma anche di pellegrini cristiani.
Nel Salento, come altrove
nel mondo, il turismo religioso è un settore in crescita ed attrae sempre più l’interesse di
amministratori ed operatori culturali, che hanno individuato in esso un’importante occasione di promozione
territoriale. Il turista/pellegrino non indirizza più il suo interesse solo alla destinazione finale del viaggio
rappresentato dal fatto religioso, ma è attento anche ai percorsi e alle cerimonie che si svolgono lungo il suo
cammino, al prodotto locale che gli viene offerto.
Il turismo legato alla frequentazione/visita di siti
religiosi costituisce, pertanto, un’importante occasione di conoscenza non solo del singolo bene d’interesse
religioso, ma anche delle qualità del territorio che ospita l’oggetto di culto. Porre attenzione al turismo
culturale/religioso significa, quindi, creare nuove occasioni di sviluppo locale, diversificando i “motivi di
visita” del turista, e collegando i luoghi sacri ad altri fattori di interesse paesaggistico-culturale ed
economico.
E’ un tipo di turismo, che non solo ha importanti implicazioni sotto il profilo sociologico e
antropologico ma che produce anche forti impatti a livello di attività economiche e sviluppo locale.
Tramontato l’interesse per una distinzione tra pellegrino e turista, divenuto ormai un argomento obsoleto,
non solo appare importante conoscere la tipologia, il carattere e le motivazioni del turista al quale dimensionare
l’offerta, ma è altrettanto necessario conoscere le dinamiche sociali ed economiche che genera e i problemi
di e gestione che ne conseguono.
L'unicità del turismo religioso e dei suoi ambienti di accoglienza
sollecita quindi una speciale attenzione agli effetti che esso genera sul territorio come attività
“turistica”
Il turismo religioso può influenzare positivamente ma anche
negativamente l'ambiente ospite.
La matrice degli impatti è complessa, in quanto il turismo
religioso interagisce contemporaneamente con gli ambienti fisici, socio-culturali ed economici.”. Funge da
acceleratore dello sviluppo infrastrutturale e, più in generale, della riqualificazione del territorio in cui
viene a manifestarsi. Attiva processi di co-evoluzione degli spazi territoriali, facilitando lo sviluppo di reti
complesse ed articolate capaci talvolta di proiettarsi al di là dei confini locali, dotando il territorio di
funzioni specifiche e qualificate, sebbene non di rado poco sostenibili. Il turismo religioso, al di là delle
motivazioni diverse che lo determinano (siano esse religiose, spirituali o culturali), attiva interessi diversi che
coinvolgono una variegata congerie di soggetti che dal mondo religioso si allarga a quello laico (associazioni,
fondazioni, imprese..., operatori economici, progettisti, faccendieri), e che operano secondo una complessa dinamica di
cooperazione e competizione.
Sono questi i temi d’interesse proposti dal Congresso
internazionale dal titolo: Sustainable Religious Tourism – Commandments, Obstacles & Challenges, che
ha voluto focalizzare l’attenzione degli studiosi sulle relazioni tra turismo religioso e contesto ambientale in
cui esso opera, sull’impatto che tali relazioni producono sul territorio ospite e sui rapporti che si generano tra
turisti e comunità, policy maker, stakeholder ed enti locali.
Il Congresso – che ospiterà
numerosi studiosi provenienti da più parti d’ Europa e del mondo (Albania, Belgio, Francia, Georgia,
Germania, Giordania, Grecia, India, Iran, Irlanda, Italia, Lituania, Malta, Nepal, Nuova Zelanda, Olanda, Portogallo,
Regno Unito, Spagna, Ungheria, USA) - vuole avviare un dibattito sugli aspetti teorici e pratici di queste particolari
relazioni, considerate a livello trasversale e multi-dimensionale, con riferimento anche a casi di studio. Infine, e non
ultimo, ha cercato di raccogliere indicazioni operative per favorire la pianificazione, lo sviluppo e la gestione
sostenibile del turismo religioso a beneficio di tutte le parti interessate.
Offriranno un importante
contributo al dibattito importanti esponenti del mondo accademico (come Dallen J. Timothy, Arizona State University. USA,
Kevin Griffin - Dublin Institute of Technology, Irlanda, Tadeja Jere Lazanski - University of Primorska. Slovenia, Yoel
Mansfeld - University of Haifa, Israele , Alison McIntosh - University of Waikato, New Zealand, Pilar Taboada-de-
Zúñiga - University of Santiago de Compostela, Rana Singh - Università di Varanasi India), di quello
religioso (come Albert Lincoln, General Secretary, Baha’I International Centre. Haifa) e del settore economico
(come Mr Hani Abu Dayyeh, tour operator internazionale presidente della rete NET, che da almeno settanta anni opera nel
settore del turismo religioso).
Anna Trono
Università del Salento